Il maestro del palcoscenico napoletano dedica un lungo passaggio al caffè in una delle sue opere.
Il monologo sul caffè di Eduardo nel suo scritto del 1945 Questi fantasmi, opera in tre atti, ha un passaggio importante dedicato solo alla bevanda più bevuta al mondo, e al rito con i quali i napoletani lo preparano. Riportiamo qui seguito il testo fedele dell’estratto sul caffè, sperando di farvi cosa gradita.
“A noialtri napoletani, toglierci questo poco di sfogo fuori al balcone… Io, per esempio, a tutto rinunzierei tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori al balcone, dopo quell’oretta di sonno che uno si è fatta dopo mangiato. E me la devo fare io stesso, con mani.
Questa è una macchinetta per quattro tazze, ma se ne possono ricavare pure sei, e se le tazze sono piccole pure otto per gli amici… il caffè costa cosi’ caro… (il personaggio resta in ascolto per qualche attimo). Mia moglie non mi onora queste cose non le capisce.
E’ molto piu’ giovane di me, sapete, e la nuova generazione ha perduto queste abitudini che, secondo me, sotto un certo punto di vista sono la poesia della vita; perchè, oltre a farvi occupare il tempo, vi danno pure una certa serenità di spirito. Neh, scusate chi mai potrebbe prepararmi un caffè come me lo preparo io, con lo stesso zelo… con la stessa cura.
Capirete che, dovendo servire me stesso, seguo le vere esperienze e non trascuro niente… Sul becco… lo vedete il becco? (prende la moka e mostra il becco della macchinetta). Qua, professore, dove guardate? Questo… (personaggio resta in ascolto per qualche attimo). Vi piace sempre di scherzare…. No, no… scherzate pure… Sul becco io ci metto questo coppitello di carta… (lo fa vedere).
Pare niente, questo coppitello ci ha la sua funzione… E gia’ perchè il fumo denso del primo caffe’ che scorre, che poi e il più carico, non si disperde. Come pure, professo’, prima di colare l’acqua, che bisogna farla bollire per tre o quattro minuti, per lo meno, prima di colarla dicevo, nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata piccolo
segreto! ”
E il monologo sul caffè di Eduardo continua così:
“In modo che, nel momento della colata qua, in pieno bollore, gia’ si aromatizza per conto suo. Professo’ voi pure vi divertite qualche volta, perchè, spesso, vi vedo fare al vostro balcone a fare la stessa funzione. (personaggio resta in ascolto per qualche attimo) E io pure. Anzi, siccome, come vi ho detto, mia moglie non collabora, me lo tosto da me… (personaggio resta in ascolto per qualche attimo).
Pure voi, professo’ ?…. E fate bene… Perchè, quella, poi, è la cosa più difficile: indovinare il punto giusto di cottura, il colore… A manto di monaco….. Color manto di monaco. é una grande soddisfazione ed evito pure di prendermi collera, perchè se, per una dannata combinazione, per una mossa sbagliata, sapete… ve scappa ‘a mano o’ piezz’ ‘e coppa, s’aunisce a chello ‘e sotto, se mmesca posa e ccafè… insomma, viene una zoza … siccome l’ho fatto con le mie mani e nun m’ ‘a pozzo piglia’ cu nisciuno, mi convinco che è buono e me lo bevo lo stesso. (il caffè è fatto).
Professo’, è passato. (si serve una tazzina di caffè direttamente dalla moka) State servito?… Grazie. (beve il caffè) Caspita, chesto è cafè… (ed emette il giudizio finale) é ciucculata. Vedete quanto poco ci vuole per rendere felice un uomo: una tazzina presa tranquillamente qui fuori… con un simpatico dirimpettaio…”
Se dopo aver tranquillamente letto il monologo sul caffè di Eduardo vi farebbe piacere anche ascoltarlo, vi riportiamo qui di seguito uno dei link youtube che vi permette di visualizzarlo: https://www.youtube.com/watch?v=YllQLj0h6mo
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