Colonna sonora di diverse generazioni, non avrà vinto nessun Grammy Awards e sicuramente non entrerà nell’empireo delle canzoni da celebrare. Ma senza dubbio ha segnato tanti italiani dal ’70 ad oggi e il suo successo non accenna a diminuire.
Il caffè della Peppina , presentato nel 1971 alla 13° edizione dello Zecchino d’Oro, vinse il celebre concorso canoro per bambini. Da allora il suo motivetto orecchiabile continua ad essere canticchiato da grandi e piccini.
Vi sveliamo alcune curiosità che si nascondono dietro questa canzoncina dal testo buffo, a dimostrazione che anche le cose più semplici possono custodire sapienti verità.
Cominciamo dal rivelarvi che il “Caffè della Peppina” è esistito veramente! Nell’Ottocento era un famoso locale di Milano, sito in via Cappello a pochi passi dal Duomo.
Vi si riunivano letterati, politici e pensatori del Risorgimento, tanto da diventare punto di ritrovo dei Mazziniani, che qui progettavano l’indipendenza italiana.
Intanto, non lontano da lì e di fronte alla Scala, un altro storico locale ed eterno concorrente della “Peppina”, il “Caffè della Cecchina”, accoglieva i moderati simpatizzanti di Cavour.
Non è un caso se a Milano i locali diventano i luoghi di ritrovo degli intellettuali.
Infatti per controllare l’opinione pubblica, il governo austriaco poteva fermare i giornali e soffocare le proteste. Ma molto più difficile risultava chiudere i caffè, che diventano così i luoghi dove era possibile incontrarsi e scambiarsi le idee.
Nel 1848 durante le Cinque Giornate, i rivoluzionari eressero una barricata di fronte alla Scala usando i banconi, i tavolini e le sedie del Caffè Martini, abitualmente frequentato da personaggi come Giuseppe Verdi e Garibaldi.
E’ in locali come questi, che in Italia si comincia a diffondere quella cultura del caffè e dei suoi riti sociali, simbolo del ritrovarsi e dello stare insieme, che oggi caratterizza il Bel Paese.
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(foto di copertina di www.galluccieditore.it
