Non ha ancora compiuto i cento anni. Ma manca poco, L’oggetto che entra nella vita di tutti più di tante altre cose.
La storia della moka comincia nel 1933. I suoi inventori Furono tale Luigi De Ponti ed il più famoso Alfonso Bialetti. Il cognome di quest’ultimo è ancora legato alla moka più conosciuta ne bel paese.
Prese subito piede come apparecchio, appena fu inventata, soppiantando la più vecchia “cuccumella” napoletana che ha qualche anno in più poiché risale al 1819. E tra l’altro il suo inventore, della cuccumella, fu un francese e non un nostro connazionale.
Ma torniamo alla storia della moka. Volete sapere da cosa prende il suo nome? Da una antica città dello Yemen. Il suo nome è Mokha, con una “H” in più rispetto al nome poi italianizzato. Questa antica città era famosa per la produzione di una qualità di arabica molto pregiata.
Come nacque l’idea della moka a Bialetti? Sua musa fu la moglie. Preso lo spunto guardandola usare una lavatrice che aveva un nome strano, lisciveuse. Questa lavatrice funzionava producendo e introducendo acqua attraverso un semplice tubo.
La moka è costituita di tre semplici parti. Il bollitore dove mettete l’acqua, il filtro dosatore dove mettete la polvere di caffè, ed il bricco, il raccoglitore dove arriva il caffè bollito
Presa da un articolo che abbiamo già scritto e che è al link http://www.italmoka.com/2019/10/03/come-esattamente-funziona-la-moka-pochi-lo-sanno.html , di seguito vi riportiamo anche quale dovrebbe essere la giusta tecnica per fare un caffè eccellente con l’uso della moka.
“Qui all’ombra del Vesuvio, nel filtro, mettendo la polvere di caffè, s’usa fare una piccola montagnetta, ma in realtà non andrebbe fatta. Così come non andrebbe fatto nessun buchetto per un passaggio migliore dell’acqua. Caffè sino a bordo filtro e niente più. Circa 15 gr per una moka da tre tazzine. A seguire, fiamma bassa per far andare in ebollizione l’acqua il più tardi possibile e far salire il caffè tranquillamente. La cosa fondamentale è un’altra. Ed è questa.
L’acqua nella caldaia non deve mai toccare il filtro con il caffè.
Ci deve essere qualche millimetro di distanza con un po’ d’aria tra i due componenti. Proprio quest’aria, riscaldandosi, aumenta di volume e spinge l’acqua attraverso il filtro e poi fa uscire fuori dal beccuccio il caffè. Attenzione ad un altro dettaglio. Il primo caffè è leggermente più freddo dell’ultima parte di liquido che uscirà. Per questo motivo vi consigliamo di girare subito il caffè con un cucchiaino prima di versarlo nella caffettiera. Così avrà una temperatura uniforme.”
Se vi ha fatto piacere leggere quest’articolo su La storia della moka, tanto per cambiare argomento, potreste leggere la ricetta della torta al caffè e gocce di cioccolato bianco. Fate click su questo link e saprete come prepararla http://www.italmoka.com/2021/09/21/ecco-la-ricetta-della-torta-al-caffe-e-gocce-di-cioccolato-bianco.html.
E infine, se per il vostro caffè a casa, in cialde o nella tradizionale confezione in polvere, volete provare un caffè napoletano tostato ancora a legna, così come lo facciamo noi dal 1928, e i cui chicchi provengono dai migliori paesi produttori al mondo, allora provate una delle nostre miscele.
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