E voi ve lo siete mai chiesti il perché di questo nome? Quello della tazzulella prettamente consumata al bar.
Perché l’espresso si chiama espresso facile non è a spiegarsi. Ci sono due o tre versioni, e ognuna appare veritiera, quella giusta.
Ma cominciamo però a chiarire una cosa. L’espresso è per definizione, per convenzione, solo il caffettuccio consumato al bar. Non anche quello fatto in casa. A meno che non abbiate in casa una macchina da caffè professionale a braccia. Ma la vediamo molto difficile.
Scritto ciò, passiamo subito a spiegare il primo perché di questo nome. E’ facile intuire sia dovuto, almeno qui nello stivale italico, alla velocità della sua preparazione con le macchine a braccio dei bar.
Trenta secondi ed il caffè è nella vostra tazzina. E senon è espresso, veloce, questo metodo, quale potrebbe esser definito rapido. E’ vero però. Avrebbe potuto chiamarsi anche “rapido” oppure “veloce” non trovate. Ma probabilmente sarebbe suonato più strano dire “vado a prendere un rapido, un veloce al bar”. Sarebbe sembrato riferirsi più un treno o a una moto piuttosto che a nù cafè vero?
Al bar, il caffè si produce per infusione, con la forza del vapore e l’acqua calda che passa attraverso il caffè macinato. E forse è per questo che nei paesi anglosassoni, di lunga inglese, dove il processo prima scritto si chiama “express”, da loro il caffè del bar è stato chiamato uguale. Espresso, tradotto express. Da noi quindi è per la rapidità dell’operazione, da loro per la meccanica della produzione.
Fatto sta, che così è universalmente conosciuto. E non potete mai sbagliare. Dovete andate andate e chiedete un espresso, anche se lo dite solo in italiano, non vi offriranno mai altro se non nà tazzina di caffè.
A Napoli però, in tutto questo, quando ordinate un caffè, se ordinate un espresso, vi guardano storto.
Preferiscono gli chiediate “barista per favore, nà bella tazza ‘e cafè?”.
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