E con i primi caldi primaverili e poi estivi, la bevanda più bevuta al mondo, comincia ad essere gustata non solamente calda.
Il caffè freddo napoletano è una di quelle bevande che in qualsiasi momento, di una qualsiasi giornata calda, concede una pausa che rigenera, rinfresca e soddisfatta in tutto il palato. Il caffè freddo ha cominciato ad essere usato non molto dopo la sua scoperta, che ricordiamo avvenne circa nel 1400 in Etiopia.
Se ne cominciò a far uso nella penisola iberica e in quel Salento tacco d’Italia nel XVII secolo circa. Ancora a Valencia, in Spagna, potrete infatti gustarne la ricetta originaria del tempo, quella con il ghiaccio e la fettina di limone.
In Puglia, invece, la preparazione era ed è tutt’ora diversa. Il caffè freddo viene preparato partendo dalla bevanda calda ovviamente, alla quale si addiziona ghiaccio solido o in neve, con foglia di menta e buccia di limone, quello verde.
Alternativa a questa preparazione è quella detta del caffè freddo soffiato. In questo caso, si fa colpisce con getto di vapore caldo per renderlo anche cremoso. Operazione che si compie con quel braccetto detto vaporizzatore delle moderne macchine da bar.
Otranto la zona dove nacque il caffè freddo nel Salento, Lecce poi la zona dove si è ulteriormente sviluppato l’uso. Di questa zona propria è la preparazione con il latte di mandorla al posto dello zucchero.
Ma l’articolo l’abbiamo titolato però Caffè freddo napoletano, quindi vediamo come viene preparato all’ombra del Vesuvio.
Procuratevi per prima cosa uno shaker.
In questo aggiungete tre cucchiai di zucchero di canna liquido e sette cubetti di ghiaccio. Subito, e cioè prima che il ghiaccio inizi a sciogliersi da solo, versate anche tre tazzine di caffè caldo.
Se lungo, sarebbe meglio. Shakerate per minimo 15/20 secondi o sin quando non è della consistenza che desiderate. Quando lo versate per servirlo, se usate un passino per non far scendere i pezzetti di ghiaccio non sciolti, male non fate.
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(in copertina Foto di Bruno /Germany da Pixabay )